Le sue attivazioni si distinguono per costanza e impegno, elementi che contribuiscono in modo significativo alla crescita del progetto e alla progressiva esplorazione delle cime toscane ancora da attivare.
Grazie alla sua partecipazione continua, il Challenge si arricchisce di nuove referenze e si avvicina sempre di più al completamento del quadro SOTA regionale.
Grazie Gianluca per la dedizione e per il contributo prezioso che stai apportando al programma. 👏👏👏
Filippo ha raggiunto e superato il traguardo delle 10 referenze SOTA New One in Toscana — per l’esattezza, sono già 11! Un risultato frutto di una passione e di una costanza straordinarie, che lo stanno portando verso il prossimo obiettivo delle 15 attivazioni.
L’entusiasmo con cui Filippo sta partecipando al SOTA TUSCANY CHALLENGE è davvero contagioso: grazie al suo contributo, le cime New One ancora da attivare in Toscana sono scese a 49.
Grazie Filippo per l’impegno e per la dedizione con cui stai sostenendo questa iniziativa.
Terza volta sul Monte Orello, referenza I/TO-200. Una cima che, nonostante l’altitudine contenuta (poco più di 300 metri), richiede sempre attenzione. Il percorso infatti presenta diversi tratti pietrosi che diventano insidiosi, soprattutto in discesa, dove il rischio di scivolare è alto. È una di quelle attivazioni che ti ricordano che non conta solo la quota, ma anche la natura del terreno.
Dati del percorso
Distanza: 9,8 km
Tempo di movimento: 2h 50m
Dislivello: 420 m
Copertura telefonica: 5G
Terreno: difficile piantare il supporto per la canna, ma con un po’ di pazienza si riesce.
Attività radio
Sul lato operativo, in circa 30 minuti ho messo a log 21 QSO, dei quali ben 6 S2S. Un’attivazione veloce ma comunque soddisfacente, che conferma come questa cima, pur “minore” nei numeri, offra sempre buone opportunità di collegamenti.
Con 5 New One attivati in Toscana, Beppe raggiunge un nuovo traguardo all’interno del SOTA TUSCANY CHALLENGE 👉 Classifica.
OM estremamente attivo nelle attivazioni outdoor (POTA e SOTA), Beppe vive in Piemonte: un impegno che rende ancora più significativo il risultato, considerando la distanza e la pianificazione necessaria per le attivazioni in zona 5.
Sono sue le parole, dopo aver ricevuto la notizia:
“Grazie Claudio. È stato faticoso. Caldo, rovi, sudore …. Più lungo l’avvicinamento in auto che non la salita a piedi… Un SOTA diverso da quello a cui ero abituato. Ma mi ha portato a vedere posti impensabili, valli disabitate. Bello! Spero di tornarci presto. 73”
Grazie Beppe per il tuo entusiasmo e per aver portato anche in Toscana la tua passione per l’attività SOTA.
Ultimi giorni di estate. Sono all’Isola d’Elba e ho deciso di attivare la referenza I/TO-134 Cima del Monte, che nel maggio 2022 fu la mia prima attivazione SOTA in assoluto. Da quel giorno è iniziato tutto il mio percorso in questo programma, quindi tornare qui ha avuto anche un significato speciale.
Come al solito sono partito dall’abitato di Magazzini, praticamente a livello del mare, seguendo la strada del Volterraio che scende dall’altro lato dell’isola verso Cavo e Rio Marina. Nel punto in cui la strada scollina parte il sentiero CAI che porta direttamente a Cima del Monte.
Anche se la vetta si trova all’interno della referenza POTA IT-1115, da questa attivazione in avanti ho deciso di adottare una nuova modalità operativa:
prima concludere l’attivazione SOTA con spot dedicati solo a questo programma;
solo successivamente inserire gli spot POTA per attivare anche il parco.
Questo approccio mi servirà anche come benchmark per capire, a parità di condizioni, come cambiano i risultati delle singole attivazioni. In passato, infatti, mi sono spesso lamentato (probabilmente in modo ingeneroso) che con le modalità QRP del SOTA fare solo CQ POTA fosse penalizzante: più tempo, più fatica, e meno QSO complessivi.
Peccato che Cima del Monte non sia proprio il luogo ideale per un test del genere: la cima è infatti letteralmente circondata da ripetitori, e il rumore su 40 e 20 metri era altissimo. Ho faticato parecchio a portare a casa i 13 QSO validi per il SOTA, e quindi ho deciso di rimandare l’esperimento alla prossima attivazione da un posto meno “rumoroso” in radiofrequenza.
Ricapitolando
Percorso: da Magazzini alla cima e ritorno, circa 12,3 km A/R (3h30 in movimento)
Tempo operativo: 30 minuti reali
QSO: 13 in 20 e 40 metri, solo SSB – 1 S2S
Terreno: roccia; il supporto della canna da pesca si infila bene solo nelle fessure della roccia
Copertura telefonica: presente 5G
Un ritorno alle origini, con la stessa cima che ha segnato l’inizio di questa avventura SOTA, ma con lo sguardo rivolto ai prossimi test e alle nuove strategie operative.
Con 5 referenze SOTA attivate in Toscana, Filippo entra meritatamente nella parte alta della classifica del SOTA TUSCANY CHALLENGE 👉 Classifica.
Un risultato che assume ancora più valore considerando che Filippo vive in un’altra regione e deve quindi pianificare con cura ogni singola attivazione lontano dal suo QTH. Alle sue abilità di radioamatore – spesso in modalità CW – unisce costanza ed entusiasmo, che lo rendono oggi uno degli OM più attivi nel programma.
Grazie Filippo per il tuo impegno e per il contributo alla crescita di questa iniziativa in Toscana.
Con 15 referenze attivate in Toscana, Antonio IK5MEL entra di diritto tra i protagonisti del SOTA TUSCANY CHALLENGE 👉 Classifica.
Un traguardo importante che merita di essere sottolineato, non solo per il numero di attivazioni, ma anche per il contesto in cui si sono svolte: le Alpi Apuane, tra le cime più impegnative della nostra regione. Alle sue doti di radioamatore – con attivazioni quasi esclusivamente in modalità CW – Antonio affianca la preparazione e la passione dell’escursionista esperto.
Grazie Antonio per l’impegno e per aver contribuito con entusiasmo alla crescita di questo programma in Toscana. 👏👏👏
Oggi è il mio 65° compleanno e avevo deciso di festeggiarlo a modo mio, con una nuova attivazione SOTA. La meta prescelta era la referenza I/TO-054 Monte Buceto (1168 m), pianificata con la XYL. Il dislivello positivo era contenuto (circa 450 metri), ma lo sviluppo complessivo del percorso superava i 14 km: insomma, non proprio una passeggiata ma neppure proibitivo.
Arrivato in vista della cima, ero soddisfatto: il profilo del monte si presentava dolce, e l’ultimo tratto sembrava promettere una salita semplice. Ma l’illusione è durata poco. Lungo tutto il perimetro ho trovato recinzioni con filo spinato e cartelli “Fondo Chiuso – Divieto di Accesso”, senza nessuna interruzione o varco. Ad un certo punto la recinzione finiva e, speranzoso, ho iniziato a salire. Dopo poche decine di metri mi sono però trovato in mezzo a rovi impenetrabili che mi hanno costretto a desistere.
Lo screenshot che ho fatto parla chiaro: mi trovavo a meno di 500 metri dalla vetta ed a poche decine di metri dall’Activation Zone, ma senza possibilità reale di raggiungere la cima. Un vero peccato.
Per evitare che altri attivatori si ritrovino nella stessa situazione, segnalerò la cosa sul Reflector SOTA e su SOTL.AS, così da risparmiare ad altri la fatica inutile.
A quel punto ho deciso di arretrare e piazzarmi lungo il sentiero, tentando almeno l’attivazione del parco IT-0375. Ho montato il setup e, dopo 45 minuti di chiamate, sono riuscito a mettere a log soltanto 6 QSO. Che differenza, ragazzi, rispetto ai pile-up del SOTA: nelle stesse condizioni di setup, quando invio uno spot da una cima, in meno di mezz’ora faccio tranquillamente 20-25 collegamenti. Con il POTA, invece, spesso non arrivo neppure a 5.
Non è una polemica, solo una riflessione: ancora non capisco il motivo di questa differenza così marcata. Di certo questa cosa mi fa perdere un po’ di entusiasmo verso il POTA, soprattutto perché il mio stile di attivazione è rapido e dinamico. Prima o poi troverò la risposta.